Allindomani delloperazione dei Nas di Torino che, su ordine del giudice Guariniello, hanno evidenziato il malcostume di diversi produttori (anche di marca, con sette aziende indagate) che spacciano lolio di oliva per extravergine, la Coldiretti oggi suggerisce qualche consiglio sullacquisto: fondamentale – come per tutti i prodotto di qualità -fareattenzione a quelli venduti a meno di 6-7 euro al litroche non coprono neanche i costi di produzione. Indispensabile poi la scadenza: è preferibile lextravergine nuovo, controllando lannata di produzione che molti indicano volontariamente in etichetta, quello italiano a denominazione di origine Dop è sicuramente maggiormente garantito. In vendita c’è infatti anche lolio delle scorso anno che è stato drammatico per il Made in Italy con la produzione che è scesa al minimo storico di 300mila tonnellate mentre le importazioni, utilizzate spesso per miscelare quello nostrano, hanno raggiunto, sottolinea la Confederazione, le 666mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38 per cento, che sale addirittura al 748 per cento per quello arrivato dalla Tunisia. Dopo lo sciagurato 2014, secondo Coldiretti, complice la buona stagione (la qualità delle olive è ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia), questa è unottima annata per lolio al punto di prevedere un aumento di produzione di almeno il 30%, toccando le 400mila tonnellate (anche se la media è di 500mila). Ricordiamo che il nostro Paese – fino a quando la Ue non avrà qualcosa da dire anche su questo – è il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti allestero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. In tema di frodi, ricordiamo inoltre che, nel 2014, in circa 6mila controlli effettuati, sono stati sequestrati quantità di olio alterato per ben 10 milioni di euro. E Coldiretti si sta battendo affinché venga finalmente attuata la rigorosa cornice normativa definita con la legge 9 del 2013, incentrata sulla trasparenza della filiera olearia e non. Bisogna applicare sottolineano da Coldiretti – le norme previste a partire dalcontrollo dei regimi di importazioneper verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata per cui, ad esempio, lolio doliva viene spacciato per lolio extravergine doliva e lolio di sansa passa per olio doliva. Dunque, controlli per la valutazione organolettica del prodotto, sanzioni per ilmancato uso obbligatorio dei tappi anti-rabbocconella ristorazione (dove persiste ancora luso delle vecchie oliere indifferenziate), le priorità. LItalia sottolinea Roberto Moncalvi, presidente della Coldiretti – devedifendere il proprio patrimonio in un settore strategicodel Made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni.
Max